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Una vita senza musica è come un corpo senz’anima. (Marco Tullio Cicerone)
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Il rock non eliminerà i tuoi problemi. Ma ti permetterà di ballarci sopra. (Pete Townshend)
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Dove il mondo fallisce, parla la musica. (Christian Andersen)
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Dove le parole non arrivano... la musica parla. (Ludwig Van Beethoven)
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La musica può rendere gli uomini liberi. (Bob Marley)
www.metalzoneitalia.it
www.oldtimesrecords.it

Questa volta il consiglio esce dai territori metal classico/hard rock/progressive per approdare su lidi più oscuri.

Voglio parlarvi degli Ulfhednar, gruppo romano dedito ad un black metal con testi in italiano e della loro nuova pubblicazione “Il culto dell’agonia” pubblicato oggi 6 giugno.

Nati musicalmente nel 2014 dai membri della band Delirium Tremens hanno già pubblicato due album in studio “Mortaliter” del 2017 e il qui presente “Il Culto dell’Agonia” nel 2022.

Le loro sonorità affondano le radici nel classico black metal di vecchia scuola, però con la coraggiosa scelta (purtroppo da non molti apprezzata) di cantare in italiano.

L’ascolto di alcuni loro brani, tratti dall’ultimo lavoro, mi ha riportato alla mente alcune sonorità legate ad un black metal italiano dei primi anni 2000, a gruppi come i Malnàtt e i Cold Void, ma sono passati tanti anni e potrei sbagliarmi e neanche significa che la loro proposta è vecchia anzi dimostra un amore per il genere e uno studio dei classici di gruppi che l’hanno preceduti.

Comunque è un gruppo che merita.

Il sito del gruppo (clicca qui). Il comunicato stampa (clicca qui).

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